Il dibattito su Intelligenza Artificiale (d’ora in poi AI – Artificial intelligence) e educazione (e i correlati dibattiti su AI e didattica, AI e scuola, AI e professione docente, tutti riassumibili nell’acronimo inglese AIED – Artificial Intelligence in EDucation1) si è fatto intensissimo nell’ultimo anno, in particolare dal 3 novembre 2022, data del rilascio al grande pubblico da parte di Open AI della versione di AI generativa chiamata ChatGPT.
Non che l’AI generativa non esistesse prima, solo che il grande pubblico non aveva la possibilità di accedervi con l’assoluta facilità con cui è stato possibile farlo negli ultimi mesi.
Riassumere le diverse posizioni che si confrontano su AIED è complesso ma non impossibile.
Schematicamente possiamo dire che sul tema AIED vi sono innanzitutto due posizioni estreme che riflettono due diverse concezioni della AI che, come sostiene Cosimo Accoto2, prefigurano due rischi:
a) reificare la AI depotenziandola a mero insieme di tecniche inette e neutre, di grande impatto tecnico ma di scarsa ricaduta culturale
b) personificare e sovradimensionare la AI come intelligente, cosciente, senziente alla maniera dell’umano: o, meglio, di come pensiamo che l’umano sia.
In ambito educativo prevale decisamente la seconda visione, anche nella versione catastrofista, che a volte prefigura l’idea del superamento della scuola stessa, riducibile a puro processo tecnologico3.
Generative AI and the future of education.
In questi ultimi mesi ha generato scalpore l’intervento di Stefania Giannini (già ministro dell’istruzione in Italia e ora Assistant Director-General for Education dell’Unesco) pubblicato l’11 luglio 2023 con il titolo Generative AI and the future of education.
Scrive Giannini: “le applicazioni di intelligenza artificiale che generano un linguaggio simile a quello umano sollevano questioni fondamentali che riguardano l’istruzione, ma che vanno ben oltre” ponendo una serie di interrogativi quali “in che modo questa tecnologia cambierà le nozioni su chi siamo in quanto esseri umani? Come cambierà la nostra comprensione dell’intelligenza umana? Che impatto avrà sulle nostre relazioni reciproche? Come dobbiamo trattare le macchine AI?”
La visione de Stefania Giannini è orientata al pessimismo anche se le problematiche poste sono certamente cruciali: “nel recente passato – scrive – , potevamo essere certi che termini come “imparare”, “educare”, “formare”, “allenare”, “insegnare” riguardassero gli esseri umani. Oggi questo è meno chiaro. L’attività di “istruzione” e “formazione” delle macchine è grande, globale e in crescita. È anche sempre più un’area di competizione, tra aziende e attori privati, oltre che tra Stati nazionali”.
Da qui, tuttavia, proporre una sorta di moratoria4 sull’ AI in ambito educativo non può che risultare frutto di una visione “ingenua” del concreto darsi dell’esperienza educativa a livello scolastico5.
In chiave più generale credo che leggere l’AI secondo l’ottica della catastrofe rischi di oscurare quello che è il compito strutturale dell’essere umano e dell’educazione: costruire futuri, orizzontare.
Intelligenza artificiale e senso dell’educazione
Seguiamo ancora, allora, la lucida visione del filosofo Accoto: “l’’intelligenza artificiale è un nuovo modo d’essere (abitato) del nostro pianeta. Prefigura (e configura) l’ennesima ultima terraformazione del nostro mondo, la sua imminente e altra condizione di esistenza, di esperienza e di intelligenza. Non è configurabile, tuttavia, come un’intelligenza in sé e per sé (artefatto strumentale), ma sempre e soprattutto come un’intelligenza con altri (assemblaggio sociotecnico) e per altri (costruzione sociomorfica). Come per altri passaggi nella storia della civilizzazione umana, scardinerà ordini del discorso (regimi di verità/falsità) e modi di produzione (regimi di realtà/irrealtà). A questa sfida epocale (non episodica) stiamo oggi faticosamente tentando di rispondere con strategie varie, auspicate come convergenti: istruzione educativa, regolazione giuridica, conformazione etica, direzione politica. Sono tutte necessarie naturalmente. Ma temo, però anche, non sufficienti. Imprescindibili, dunque, ma non bastanti per la missione ardua che ci attende sin da subito”.
Secondo Accoto “la cura approntata, ad oggi, per questo trauma da politica, educazione, etica e legge è, in buona misura, di natura narcotica. È, direi, fondamentalmente una strategia sedativa delle inquietudini speciste e palliativa delle criticità tecniche”.
Cosa serve allora? In che cosa consiste la sfida? “Con il dispiegarsi planetario dell’intelligenza artificiale, noi non affronteremo solo problemi tecnici (con vulnerabilità e rischi reali di discriminazioni, manipolazioni, deprivazioni, polarizzazioni, alienazioni, contraffazioni). Piuttosto e più radicalmente noi fronteggeremo delle provocazioni intellettuali”.
La prima di queste provocazioni riguarda la natura dell’umano, il chi siamo o, meglio, chi diventiamo. Provocazioni alle quali dobbiamo rispondere con l’innovazione culturale. E quindi con un di più di cultura e un di più di educazione capace di produrre nuovo senso e nuovi significativi per l’abitare terrestre. Dobbiamo avere il coraggio, conclude Accoto, di fare pensieri “sovrumani“6.
AI e scuola: per una dignitosa vita onlife7
Sono moltissime le esperienze e gli studi che negli ultimi anni sono stati realizzati nel tentativo di coniugare le sfide del digitale, e quindi anche dell’AI, e l’educazione.
1. La riflessione pedagogica
Da un lato abbiamo la ripresa dell’impostazione derivante dalla Media Education che fa proporre a Rivoltella e Panciroli nel volume Pedagogia algoritmica8 un percorso a tre corsie:
a) educare all’intelligenza artificiale (cittadinanza digitale e data literacy)
b) educare con l’intelligenza artificiale
c) educare l’intelligenza artificiale.
Percorso che prefigura anche l’urgenza di nuovi curricoli impostati più sull’Ars interrogandi che sull’Ars respondendi, come sostiene Andrea Prencipe, rettore della LUISS.
Nel 2020 alcuni ricercatori9 hanno poi schematizzato in modo molto interessante il tema AI/educazione evidenziando 4 diverse aree di intersezione (figura 1)
Fig.1
Altra interessantissima proposta, con materiali immediatamente spendibili, si deve ad un progetto Erasmus+ intitolato digit4future (realizzato da Save The Children Italia e Romania, fondazione Bruno Kessler, KMOF) dedicato a coniugare sui temi dell’IA, del digitale e delle fake news i framework messi a punto dall’Unione Europa proprio in riferimento alle competenze di cittadinanza digitale (in particolare DigComp2.2 e DigCompEdu).
2. Innovazione e proposte dell’Unione Europea
A livello di Unione Europea vanno sicuramente segnalati due interessanti documenti di indirizzo pensati proprio per le scuole e realizzati direttamente dalla Commissione Europea nel 2022:
- Orientamenti per gli insegnanti e gli educatori volti a contrastare la disinformazione e promuovere l’alfabetizzazione digitale attraverso l’istruzione e la formazione
- Orientamenti etici per gli educatori sull’uso dell’intelligenza artificiale (AI) e dei dati nell’insegnamento e nell’apprendimento
Le proposte della Commissione si inseriscono nel più ampio perimetro del Piano europeo di azione per l’istruzione digitale 2021-2027, denominato “Ripensare l’istruzione e la formazione per l’era digitale” che si articola in due priorità e 13 azioni.
Più analiticamente i due Orientamenti promossi dalla Commissione si muovono nell’alveo dei framework10 promossi della EU e riferiti ai vari aspetti della vita (anche digitale) dei cittadini e degli educatori. Tra questi, ad esempio:
- DigComp 2.2. (quadro sulle competenze digitali dei cittadini – in traduzione italiana), seconda versione rispetto al DigComp 2.1 del 2017 che vede l’ingresso forte del tema AI. Il motivo è ben spiegato prefazione del testo: “… le tecnologie emergenti, come l’intelligenza artificiale, la realtà virtuale e aumentata, la robotizzazione, l’Internet delle cose, la datificazione o nuovi fenomeni come la disinformazione e la misinformazione, hanno portato a nuovi e maggiori requisiti di alfabetizzazione digitale da parte dei cittadini. Vi è inoltre una crescente necessità di affrontare gli aspetti ecologici e di sostenibilità dell’interazione con le tecnologie digitali. Il presente aggiornamento tiene quindi conto delle conoscenze, delle abilità e delle attitudini necessarie ai cittadini di fronte a questi sviluppi”.
- DigCompEdu (quadro sulle competenze digitali dei docenti e formatori): dove l’AI non è contemplata ma con tutta evidenza si tratta di una dimensione che ogni docente deve saper gestire in tutte le 6 aree identificate dal framework (Area 1: Coinvolgimento e valorizzazione professionale; Area 2: Risorse digitali Individuare, condividere e creare risorse educative; Area 3: Pratiche di insegnamento e apprendimento; Area 4: Valutazione dell’apprendimento; Area 5: Valorizzazione delle potenzialità degli studenti; Area 6: Favorire lo sviluppo delle competenze digitali degli studenti).
- Altri framework ricomprendono al loro interno la centralità dell’AI: LifeComp (Quadro europeo delle competenze chiave Personali, Sociali e dell’Imparare ad Imparare); GreenComp (The European sustainability competence framework che definisce il quadro europeo delle competenze per la sostenibilità); Entrecomp (quadro delle competenze a livello di imprenditorialità, particolarmente rilevanti in ordine ai processi di orientamento).
3. Scuola 4.0 e la realizzazione del PNRR in Italia
In Italia i fondi del PNRR hanno permesso al Ministero dell’Istruzione di lanciare un ambizioso progetto di rigenerazione della scuola con 5 linee di intervento che nelle intenzioni avranno un impatto diretto e indiretto sui processi di digitalizzazione scolastica. Riprendo la descrizione dal DM 161 del 4 giugno 2022:
- L’investimento 2.1 “Didattica digitale integrata e formazione sulla transizione digitale del personale scolastico” stanzia 800 milioni di euro per la realizzazione di un sistema, multidimensionale e strategico, di formazione continua degli insegnanti e del personale scolastico con un’offerta formativa di oltre 20.000 corsi per la formazione di 650.000 fra dirigenti scolastici, docenti, personale scolastico, tecnico e amministrativo, e l’adozione di un quadro di riferimento nazionale per l’insegnamento digitale integrato, per promuovere l’adozione di curricoli sulle competenze digitali in tutte le scuole.
- L’investimento 3.1 “Nuove competenze e nuovi linguaggi” (1,1 miliardi di euro) si concentra sullo sviluppo delle competenze informatiche necessarie al sistema scolastico per svolgere un ruolo attivo nella transizione verso i lavori del futuro e di percorsi didattici e di orientamento alle discipline scientifiche (STEM – scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), anche per superare i divari di genere.
- L’investimento 3.2 “Scuola 4.0 – Scuole innovative, nuove aule didattiche e laboratori” prevede un finanziamento di 2,1 milioni di euro per la trasformazione di 100.000 classi in ambienti di apprendimento innovativi e la creazione di laboratori per le professioni digitali del futuro, in sinergia con i 900 milioni di euro di fondi strutturali REACT EU, attualmente in corso di attuazione, per il cablaggio degli edifici scolastici e la digitalizzazione didattica e amministrativa delle scuole.
- L’investimento 1.4 “Sviluppo del sistema di formazione professionale terziaria (ITS)”, con un finanziamento di 1,5 miliardi, è finalizzato alla valorizzazione della filiera formativa specialistica legata all’ Impresa 4.0, Energia 4.0 e Ambiente 4.0 e al potenziamento dei laboratori con tecnologie digitali.
- Missione 2, Componente 3, linea di investimento 1.1 “Piano di sostituzione di edifici scolastici e di riqualificazione energetica”, che interviene su oltre 200 edifici scolastici innovativi, promuovendo la progressiva sostituzione di parte del patrimonio edilizio scolastico obsoleto con l’obiettivo di creare strutture moderne e sostenibili e ambienti scolastici in grado di rendere efficace l’insegnamento e l’apprendimento.
Inoltre la digitalizzazione investe anche la realizzazione di piattaforme digitali per il supporto alle azioni del PNRR Istruzione (formazione dei docenti, mentoring e tutoraggio per la prevenzione della dispersione, orientamento, istituti tecnici superiori).
Da ultimo Il PNRR, nell’ambito dei progetti per la transizione digitale delle amministrazioni pubbliche, a titolarità del Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale e in raccordo con il Ministero dell’istruzione, realizza interventi per la digitalizzazione delle scuole (adozione per tutti i servizi scolastici di SPID, CIE, PagoPA, appIO, potenziamento dei siti internet, migrazione al cloud, completamento del piano di collegamento in banda ultra larga di tutte le scuole).
Il cuore della Strategia Scuola 4.0 sono i due framework
- Next Generation Classrooms (riguarda tutte le scuole italiane)
- Next Generation Labs (riguarda solo le scuole secondarie di secondo grado)
che prevedono non solo significativi finanziamenti per la digitalizzazione della scuola a ma richiedono che ogni scuola adotti il “documento “Strategia Scuola 4.0”, che declina il programma e i processi che la scuola seguirà per tutto il periodo di attuazione del PNRR con
- la trasformazione degli spazi fisici e virtuali di apprendimento,
- le dotazioni digitali,
- le innovazioni della didattica,
- i traguardi di competenza in coerenza con il quadro di riferimento DigComp 2.2,
- l’aggiornamento del curricolo e del piano dell’offerta formativa,
- gli obiettivi e le azioni di educazione civica digitale,
- la definizione dei ruoli guida interni alla scuola per la gestione della transizione digitale.
E’ presto per dire se Strategia Scuola 4.0 ha ed avrà successo11. Molto dipenderà dalla capacità delle singole scuole autonome di approfittare dei finanziamenti e dei processi formativi12 per cambiare strada e per “rigenerare” un nuovo modo di essere scuola e di fare educazione coerente con il tempo che stiamo vivendo.
Tempo nel quale l’intelligenza artificiale interroga i processi educativi e li sfida ad essere capaci di costruire nuovi ed inediti orizzonti ri-definendo il chi siamo a partire dal chi diventiamo. Dal chi vogliamo diventare.
Per concludere
All’interno di questo processo di innovazione/rigenerazione possiamo collocare anche l’attività di Casco Learning impegnato sia sul versante della formazione del personale scolastico sia sul versante della promozione e sperimentazione di nuove ed innovative modalità di lavoro educativo proprio sui temi del digitale, dell’intelligenza artificiale, dell’innovazione didattica e della pratica laboratoriale.
Uno stile che si fa accompagnamento, supporto, valorizzazione e che trova proprio nel Casco Learning Center, inaugurato a settembre 2023 a Parma, il luogo fisico in cui alleanze, sperimentazioni e innovazioni possono trovare la loro casa comune al servizio del territorio e della comunità educante.
Tutti esempi, quelli sin qui citati, di come l’educazione debba e possa confrontarsi con l’AI rispondendo al suo compito di sempre: formare uomini e donne capaci di dare senso – significare – e di vivere eticamente bene il nuovo mondo (reale/virtuale)13 che andiamo ad abitare.