Note attorno al Piano Estate 2023-25 del Ministero dell’Istruzione e del Merito
Decreto 72 dell’11 aprile 2024: verso il nuovo piano estate 2023/2025
Il giorno 11 aprile 2024 il ministero dell’Istruzione e del Merito ha reso pubblico il decreto n.72 dell’11-04-2024 che si inserisce nel quadro delle azioni previste dall’Obiettivo specifico ESO4.6 del Programma nazionale “Scuola e competenze” 2021-2027.
Il decreto, a prima vista, pare proporre una riedizione del piano estate 2021, promosso dall’allora Ministro Bianchi e che tanto interesse ha generato soprattutto tra quanti ritengono centrale, oggi, operare nella logica della costruzione di comunità educative1 mediante patti territoriali.
Il provvedimento del ministro Valditara interessa gli anni scolastici 2023/24 e 2024/25 ed è destinato alle scuole primarie e secondarie di I e II grado sia statali che paritarie non commerciali. La platea dei destinatari e la durata dei percorsi potranno essere ulteriormente ampliate dalle scuole grazie ad accordi con enti locali, università, organizzazioni di volontariato e del terzo settore, associazioni sportive e le stesse famiglie, sull’esempio delle migliori pratiche già sviluppate in base all’autonomia scolastica.
Commentando e presentando il decreto 77/2024 così ha scritto l’Anci Lombardia:
“l’obiettivo è considerare la scuola un punto di riferimento per gli studenti e per le famiglie anche d’estate, con sport, attività ricreative, laboratori o attività di potenziamento, ricorrendo a tutte le sinergie positive possibili, comprese le collaborazioni con gli enti locali.
Il modello è quello della “scuola aperta”, parte integrante della comunità per tutto l’anno, con attività di aggregazione e formazione soprattutto per i bambini e i ragazzi che, in estate, non possono contare su altre esperienze di arricchimento personale e di crescita a causa delle esigenze lavorative dei genitori o di particolari situazioni familiari”.
Con le risorse messe a disposizione si potranno sostenere progetti che prevedono attività ricreative, sportive, musicali, teatrali, a tema ambientale ma anche di potenziamento disciplinare e, più in generale, tutte quelle iniziative che favoriscono l’aggregazione, l’inclusione e la socialità.
I docenti che decideranno di aderire su base volontaria ai progetti potranno essere remunerati nei limiti delle risorse disponibili per i moduli didattici attivati grazie all’autonomia organizzativa. I progetti vanno strutturati sulla base di accordi e convenzioni, nel rispetto delle competenze di ciascun attore, in particolare per quanto concerne le prerogative degli enti locali proprietari degli edifici scolastici e potranno prevedere che siano le stesse scuole a gestire le attività oppure che siano gli enti locali o altri soggetti del territorio a organizzarle e gestirle all’interno degli edifici scolastici, in alcuni casi anche con un contributo delle famiglie.
In realtà l’ottimismo dell’Anci è probabilmente eccessivo. Infatti l’avviso pubblico, pubblicato a seguito del decreto (Avvivo Prot.n. 59369 del 19 aprile 2024: Percorsi educativi e formativi per il potenziamento delle competenze, l’inclusione e la socialità nel periodo di sospensione estiva delle lezioni negli anni scolastici 2023-2024 e 2024-2025) non si configura, a nostro parere, come un significativo passo avanti nella relazione innovativa tra scuole e territori. (tutti i materiali sull’avviso e sulla gestione dei finanziamenti sono reperibili alla pagina https://pn20212027.istruzione.it/avvisi/piano-estate/).
Nel frattempo – giusto per complicare ancora di più il quadro – la Ministra per la Famiglia, on. Eugenia Roccella, ha comunicato che per gli enti locali saranno disponibili anche quest’anno (estate 2024) 60 milioni di euro per finanziare le attività dei centri estivi.
Ovvio sorga immediata una domanda: ma perché i ministri non si accordano prima, così da promuovere un’azione comune? Sembra (quasi) che in Italia sia sostanzialmente impossibile pensare a governances integrate. Tuttavia, come vedremo subito, non è questa l’unica domanda da porsi.
Ma è davvero un piano estate?
Entriamo allora nel merito ed analizziamo gli elementi chiave dell’avviso pubblico del 19 aprile che dà concretezza al Decreto Ministeriale 72.
All’art. 1 (obiettivi e dati di sintesi) leggiamo:
Il presente Avviso intende ampliare e sostenere l’offerta formativa con azioni specifiche volte a promuovere iniziative per gli apprendimenti, l’aggregazione, l’inclusione e la socialità, soprattutto nel periodo di sospensione estiva delle lezioni negli anni scolastici 2023-2024 e 2024-2025.
L’avviso si inserisce nel quadro delle azioni previste dall’Obiettivo specifico ESO4.6 del Programma nazionale “Scuola e competenze” 2021-2027 (di seguito, PN Scuola) e degli interventi di cui al decreto n.72 dell’11-04-2024 del Ministro dell’istruzione e del merito.
Con le risorse assegnate, le scuole selezionate potranno realizzare, a partire dalla data di autorizzazione e fino al termine dell’anno scolastico 2024-2025, usufruendo, in particolare, dei periodi di sospensione della didattica curricolare e di quello estivo iniziative per studentesse e studenti, finalizzate allo svolgimento di attività sportive, musicali, teatrali, ricreative e, più in generale, di iniziative che favoriscano l’aggregazione, l’inclusione, la socialità, l’accoglienza e la vita di gruppo. L’iniziativa è finanziata dal PN Scuola 21-27, fondo FSE+, col cofinanziamento dell’Unione europea.
Si raccomanda la spesa di almeno il 40% delle risorse entro il 31 dicembre 2024.
Il testo stupisce per due elementi:
- si specifica che le azioni devono essere realizzate “soprattutto nel periodo di sospensione estiva”. Il che è che come dire che in realtà le azioni possono essere realizzate anche negli altri mesi, ovvero durante i mesi di lezione.
- “Si raccomanda la spesa di ameno il 40% entro il 31 dicembre 2024”. E siccome dicembre non è certo un mese estivo (come non lo sono novembre e ottobre!) vuol dire che l’estate c’entra poco e che in sostanza si può fare qualunque cosa (in pratica soprattutto recupero) pur di spendere i soldi.
L’Art. 6 dell’Avviso evidenzia che il massimale di spesa disponibile per ciascuna istituzione scolastica è stato determinato sulla base del numero di studenti della scuola primaria e secondaria di primo e di secondo grado iscritti, come risultanti al sistema informativo SIDI, alla data dell’avviso:
• sino a 200 studenti: euro 16.200,00;
• da 201 e sino a 800 studenti: euro 52.000,00;
• più di 800 studenti: euro 80.000,00.
Ovviamente, trattandosi di un avviso (bando) occorre che le scuole interessate presentino la domanda (entro il 24 maggio). Seguirà quindi una graduatoria che autorizzerà l’avvio e la realizzazione delle proposte progettuali nel limite massimo delle risorse FSE+ disponibili.
L’art. 7 dell’avviso specifica meglio gli obiettivi e le sotto azioni.
E lo fa con una tabella che qui riportiamo e che evidenzia come l’azione “madre” sia l’inclusione e il contrasto alla dispersione scolastica.
Non possiamo qui tacere che il PNRR ha già visto assegnare, nel 2022, a 3196 scuole, una prima tranche di 500 milioni di euro e che poi, con Decreto ministeriale 2 febbraio 2024, n. 19, sono stati assegnati altri 700 milioni di euro a scuole secondarie di I e II grado.
Un totale di 1 miliardo e 200 milioni di euro da spendere entro dicembre 2025. Una cifra enorme che dovrebbe far sparire per sempre la dispersione scolastica dalle scuole italiane (ma non sarà così, purtroppo!).
Ma torniamo al nostro avviso e alla nostra tabella:
Art 7.1: obiettivo specifico e sotto azioni
Come si realizza il tutto?
Ovviamente con moduli didattici che sono così descritti dal comma 2 dell’art. 7 dell’avviso:
Art. 7.2
I moduli rappresentano l’unità minima di progettazione e sono contraddistinti da una specifica configurazione in termini di ambito disciplinare/tematico, durata e figure professionali coinvolte (alcune obbligatorie – “esperto” e “tutor” – e altre facoltative). È possibile richiedere uno o più moduli della stessa tipologia anche per ampliare la platea dei possibili beneficiari dei percorsi formativi. I moduli hanno durata di 30 e 60 ore, a scelta della scuola proponente, nel limite del massimale di spesa; i soli percorsi di lingua straniera potranno avere durata anche di 100 ore.
L’esperto eroga la formazione per le ore di didattica e formazione previste dal modulo (30, 60 o, solo per lingua straniera, 100 ore). Il tutor assiste in compresenza l’esperto per l’intera durata del modulo e assicura la compilazione di tutti i dati sulla piattaforma SIF2127 e, in particolare, quella giornaliera e tempestiva delle presenze alle attività. L’eventuale figura aggiuntiva assicura un’ora di attività, oltre quelle del modulo, distintamente per ciascuno studente frequentante, come eventuale approfondimento o integrazione rispetto all’attività del modulo.
Verso patti di comunità?
Ma non è finita. Il comma 2 dell’art. 7 riserva infatti altre sorprese. Leggiamo:
Le attività proposte devono tener conto della personalizzazione degli apprendimenti, rafforzando le inclinazioni e i talenti degli studenti grazie ad alleanze tra la scuola e il territorio, enti locali (Comuni e Province), comunità locali e organizzazioni del volontariato e del Terzo settore.
È favorita, infatti, la collaborazione con gli enti locali, le associazioni del Terzo settore, le organizzazioni e i centri di volontariato, le associazioni sportive, gli attori del territorio, le comunità locali, gli enti, le università e i centri di ricerca, nonché il coinvolgimento attivo di studenti universitari e delle famiglie e delle loro associazioni.
Le parole chiave qui sono “E’ favorita la collaborazione con enti locali …”
Ma dire è favorita è come sopra dire “si raccomanda” e “soprattutto nel periodo estivo”.
Ovvero che scuola e territorio non sono chiamati a tessere nessuna alleanza, non sono tenute e fare alcun patto educativo.
Sembra tutto una finta e l’unica cosa chiara che si comprende è che valgono due principi:
- principio 1: “ognun per sé” – scuola e territorio non sono chiamati a costruire nessuna comunità educante. Ognuno può progettare e realizzare i propri percorsi anche all’insaputa l’uno dell’altro;
- principio 2: la scuola non cambia e non mette in discussione il suo modo di agire. Continua a pensarsi come il luogo dove si fanno lezioni e chi non capisce (zuccone!) avrà a disposizione ripetizioni e recuperi che continueranno ad insistere con gli stessi strumenti e metodi didattici senza che nulla cambi davvero.
Cogliere il senso vero della sfida
All’uscita del Decreto 72 Reginaldo Palermo, animatore della Associazione Gessetti Colorati, ha realizzato un confronto con due degli autori dell’Instant Book che abbiamo già citato (Raffaele Iosa, ex ispettore tecnico, e Massimo Nutini, ex dirigente di enti locali) e la partecipazione di Aluisi Tosolini e Stefano Stefanel dirigente scolastico del Liceo Marinelli di Udine.
Il confronto tra i quattro esperti (https://www.youtube.com/watch?v=OaRuHhI8oF8 ) ha messo in evidenza alcuni aspetti molto interessanti:
- i tempi della proposta del MIM sono completamente sfalsati (almeno per l’estate 2024). Sembra quasi che al ministero non sappiano come funzionano le scuole e men che meno gli enti locali.
Infatti se il bando chiude il 24 maggio come si pensa sia possibile realizzare – da parte delle scuole – azioni sensate a partire da giugno 2024? Per non dire che ad oggi tutti i comuni hanno già fatto partire la macchina dei CER (Centri Estivi e Ricreativi) per l’estate 2024. Idem hanno fatto i centri sportivi, le parrocchie con i GREST, i privati. - È evidente la necessità di una maggiore sinergia tra le scuole, gli enti locali e gli enti gestori per garantire il successo delle attività estive. Tuttavia, la mancanza di coordinamento e di comunicazione efficace tra queste entità può compromettere l’efficacia degli interventi.
- Essenziale dovrebbe essere considerare il punto di vista degli studenti e favorire la partecipazione attiva e creativa nelle attività estive. Dovrebbe essere prioritario creare spazi e occasioni dove i giovani possano esprimere la propria autonomia e sviluppare relazioni significative con i loro coetanei.
- L’articolo 1 del decreto 72/2024 sottolinea l’importanza di ampliare e sostenere l’offerta formativa durante il periodo estivo, ponendo l’accento sull’inclusione sociale e sull’aggregazione. Tuttavia, affinché le attività estive abbiano un reale valore, è fondamentale superare la visione riduttiva di un’estate incentrata esclusivamente sul recupero scolastico. L’estate educativa rappresenta un’opportunità per i bambini di interagire con il proprio territorio, esplorarlo e scoprirne le risorse culturali e naturali. Emerge qui anche la sfida legata alla decrescita demografica e alla necessità di garantire opportunità ai bambini delle aree meno popolate.
- In sostanza l’estate educativa potrebbe essere l’occasione per iniziare a pensare ad un superamento della logica scuola_centrica e lezione_frontale_centrica. Un’occasione per ripensare in primo luogo la didattica.
- Un approccio alla progettazione delle attività estive che coinvolga attivamente le istituzioni locali e il terzo settore può favorire la creazione di interventi più mirati e inclusivi. Tuttavia, è necessario superare la logica degli appalti esterni per garantire una progettazione pedagogica e culturale autentica.
Conclusioni
Affrontare le sfide dell’estate educativa richiede un impegno congiunto da parte delle istituzioni scolastiche, delle autorità locali e del terzo settore. È fondamentale superare le visioni tradizionali e abbracciare un approccio inclusivo e orientato al territorio, valorizzando le esperienze e le competenze di ogni singolo studente. Solo così sarà possibile costruire una scuola del futuro, in grado di rispondere alle esigenze e alle aspirazioni di tutti i suoi protagonisti.
Le premesse non sono le migliori, come abbiamo visto, ma forse le scuole dell’autonomia e le autonomie locali ed il terzo settore potrebbero decidere di utilizzare queste risorse e questa occasione per provare, almeno per l’estate 2025, a sperimentare un modo nuovo di essere comunità educante.
Segnalo l’instant book intitolato Estate Educativa che due grandi esperti (Massino Nutini, lato enti locali, e Raffaele Iosa, lato scuola) hanno pubblicato nel 2021 per l’Associazione Gessetti Colorati offrendo spunti davvero interessanti in ordine ad una nuova visione del rapporto tra scuola, enti locali, associazioni del terzo settore e associazioni sportive e culturali in vista della costruzione di patti educativi di comunità (l’instant book è gratuitamente scaricabile alla pagina https://www.gessetticolorati.it/dibattito/estate-educativa/ )
Il presente articolo è pubblicato – in versione ridotta – anche su: