Intervista a Eleonora Galli, Dirigente Scolastica dell’ IC Viale Lombardia di Cologno Monzese
Il Ministero dell’istruzione e del Merito ha avviato una sperimentazione biennale in 15 scuole italiane sull’utilizzo dell’Intelligenza artificiale. Nel corso della Giornata Formativa del 21 novembre 2024 a Lucca, intitolata La scuola che verrà, il prof. Vincenzo Vespri – docente di matematica all’Università di Firenze e consigliere del Ministro Valditara per potenziamento e sviluppo ambito STEAM – ha ampiamente presentato il progetto di sperimentazione che proprio a Lucca riguarda l’ISI Pertini con cui Casco Learning da anni collabora per la realizzazione dei progetti di transizione digitale di cui ai bandi 84780 e 8450.
In queste settimane Casco Learning, nella persona di Ivano Stella, sta curando la formazione di un gruppo di docenti dell’IC Viale Lombardia di Cologno Monzese proprio per l’area Intelligenza Artificiale e Didattica.
Ivano Stella ha così approfittato della sua presenza a Cologno Monzese il 30 novembre 2024 per intervistare la Dirigente Scolastica del Comprensivo proprio sul tema della sperimentazione MIM sull’intelligenza artificiale che in queste settimane viene avviata proprio al Comprensivo di Viale Lombardia, una delle 15 scuole italiane che realizzano la sperimentazione.
Intervista molto interessante che permette di comprendere come la sperimentazione sarà realizzata con due classi seconde di scuola secondaria di I Grado, ovvero con ragazzi e ragazze di 12 anni.
L’intervista
Buon giorno Dirigente. Può presentarsi e presentare la scuola che dirige?
Sono Eleonora Galli, dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo di Viale Lombardia a Cologno Monzese. L’istituto comprende sei scuole: tre scuole dell’infanzia, due scuole primarie e una scuola secondaria di primo grado. Sono dirigente di questo istituto da undici anni consecutivi.
Come vi siete attrezzati per la sperimentazione per la sperimentazione MIM sull’intelligenza Artificiale?
La telefonata del Ministero per aderire a questo progetto pilota sull’intelligenza artificiale è arrivata del tutto inaspettata. È stata la dottoressa Luciana Volta, direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia, a chiamarmi improvvisamente per chiedere se la mia scuola secondaria fosse interessata a partecipare. All’inizio, i dettagli del progetto non erano molto chiari, quindi ho chiesto un po’ di tempo per chiarirmi le idee e soprattutto per parlare con i docenti della scuola, che sarebbero stati direttamente coinvolti nelle attività.
Ho cercato di trovare informazioni online e ho scoperto che si trattava del progetto di cui il Ministro dell’Istruzione aveva parlato al convegno di Cernobbio. Questo mi ha permesso di farmi un’idea più precisa, anche se rimanevano alcune incertezze, come il target del progetto. Inizialmente, mi era stato detto che sarebbero state coinvolte le classi prime della scuola secondaria di I grado, ma poi è emerso che le classi da coinvolgere sarebbero state le seconde.
Il progetto prevede l’uso di strumenti di intelligenza artificiale integrati nell’ambiente Google Workspace, che è già molto familiare sia ai docenti sia agli studenti. Grazie all’utilizzo di una licenza avanzata, l’obiettivo è quello di personalizzare ulteriormente la didattica, soprattutto per rispondere ai bisogni educativi speciali degli studenti.
Quale è la classe implicata e quale la classe “di controllo”
Il progetto ha una durata biennale: è iniziato quest’anno e terminerà l’anno prossimo, con il coinvolgimento della valutazione Invalsi, che riguarderà le classi terze. Inizialmente era stata coinvolta una sola classe seconda, ma successivamente ci è stata data la possibilità di estendere il progetto a un ulteriore gruppo. Alla fine, abbiamo concordato con il Ministero di coinvolgere due classi seconde: la 2A e la 2C, mentre le altre due classi, la 2B e la 2D della stessa interclasse, saranno utilizzate come classi di confronto e controllo.
Le classi 2A e 2C lavoreranno con l’ausilio degli strumenti sotto il controllo dei loro docenti e degli esperti che li seguiranno, mentre le altre due classi non utilizzeranno questi strumenti. Valuteremo poi i risultati attraverso monitoraggi step-by-step con prove interne e con l’esito delle prove invalsi per capire se le classi che hanno usufruito della sperimentazione registreranno risultati migliori.
Vista l’età dei vostri studenti (essendo un IC) come pensate debba / possa agire l’assistente virtuale alla personalizzazione per ogni allievo?
Da quello che ho capito al momento, l’assistenza ai singoli studenti sarà sempre garantita dall’intervento diretto del docente. Quindi, gli strumenti verranno utilizzati in questo modo: al momento, quelli che ci sono stati indicati sono principalmente due, ovvero YouTube e Google Quiz.
YouTube sarà utilizzato per l’uso di video con opportuni intervalli e inserzioni di contenuti di supporto, come questionari, domande di approfondimento, ecc. Google Quiz, invece, verrà utilizzato con strumenti di supporto e approfondimento. Lo strumento principale che potrà essere utile per gli studenti sarà la presenza continua di feedback automatici durante lo svolgimento delle attività. Si tratta di strumenti autovalutativi, che forniscono restituzioni immediate – sia positive che negative – in base al riscontro degli studenti durante l’attività.
Questi strumenti serviranno principalmente ai ragazzi per monitorare il proprio progresso: potranno capire subito cosa risulta loro più difficile, su quale argomento devono tornare più volte o quale contenuto risulta per loro immediato. Si può quindi parlare di una sorta di tutor adattivo, con contenuti video su YouTube che si adattano in base alle risposte ai quiz.
Quali discipline sono implicate ?
Tutte le discipline, senza distinzione
Quale sarà il ruolo dei docenti e come vengono formati?
I docenti in questo progetto assumono il ruolo di coach o mentor, ovvero una guida che aiuta gli studenti a superare gli ostacoli e a valutare i propri progressi. La valutazione deve rimanere totalmente formativa: i docenti forniranno feedback su cosa è stato fatto bene e cosa può essere migliorato, con l’obiettivo di aiutare ogni studente a progredire.
Il ruolo del docente non è solo di misurazione, ma di sostegno continuo, guidando lo studente nel suo percorso di apprendimento. Inoltre, i docenti sono anche creatori di contenuti (content creator): essi sviluppano i materiali didattici, spesso senza fare riferimento a libri di testo, utilizzando iPad e creando contenuti insieme ai loro colleghi o agli alunni stessi. Questo approccio permette una didattica altamente personalizzata, adattata alle difficoltà e ai bisogni specifici di ogni singolo studente.
Quindi, i docenti agiscono sia come mentor dei loro studenti, sia come creatori di contenuti, collaborando strettamente con gli alunni per creare un percorso formativo su misura. La valutazione avviene in due modalità: da un lato, c’è la valutazione espressa dal docente, dall’altro c’è l’autovalutazione dello studente, che insieme contribuiscono a una visione completa e formativa del progresso dell’allievo.”
Quale invece, concretamente, il ruolo degli studenti?
Il ruolo degli studenti è centrale in questo progetto. L’obiettivo è offrire agli studenti la possibilità di comprendere le proprie capacità e di vedere concretamente i loro progressi. Questo significa che, durante le attività proposte, gli studenti avranno l’opportunità di scoprire cosa sono in grado di fare, anche in ambiti che inizialmente potevano sembrare difficili o fuori dalla loro portata. La grande potenzialità di questa attività risiede proprio in questo: permettere agli studenti di prendere consapevolezza delle proprie abilità e di crescere.
Per gli studenti con bisogni educativi speciali, spesso i contenuti saranno forniti dai docenti in modo personalizzato, mentre gli studenti più competenti avranno la possibilità di essere essi stessi creatori di contenuti, insieme ai docenti. Questo approccio consente loro non solo di apprendere, ma anche di contribuire alla costruzione dei materiali didattici per la classe e per i loro compagni. In questo modo, gli studenti acquisiscono competenze che non riguardano solo i contenuti scolastici, ma anche capacità di collaborazione, creazione di contenuti e utilizzo produttivo dell’intelligenza artificiale.
L’obiettivo è quello di far comprendere agli studenti come si costruiscono contenuti di valore all’interno di un contesto educativo, e di evitare la perdita di tempo, assicurandosi che ciò che viene prodotto abbia un valore concreto e una ricaduta positiva. In questo senso, gli studenti sviluppano competenze che saranno utili non solo nel loro percorso scolastico, ma anche nella vita e nel futuro ambito lavorativo.”
Che reazioni ci sono state da parte delle famiglie? Come possono / debbono collaborare con la ricerca?
Fino a questo momento i genitori sono stati piuttosto positivi. Abbiamo annunciato il coinvolgimento della scuola in questo progetto attraverso circolari e comunicazioni ufficiali, incluso il consiglio d’istituto, dove sono presenti anche i rappresentanti dei genitori. In quel contesto, i genitori hanno espresso una buona soddisfazione, soprattutto per il fatto che la scuola fosse una delle poche in Italia ad essere coinvolta in un progetto così innovativo.
I genitori non hanno evidenziato particolari preoccupazioni. Ho ricevuto anche una mail da uno dei genitori delle due classi coinvolte direttamente, che lavora nel campo dell’informatica. Era entusiasta e si è reso disponibile per offrire il suo aiuto. Finora, i riscontri che abbiamo avuto sono stati molto positivi e non abbiamo rilevato alcun tipo di paura o preoccupazione. L’accettazione da parte dei docenti e delle famiglie ha portato a una conseguente accettazione entusiastica anche di questa sperimentazione.
C’è stata qualche resistenza, soprattutto da parte di alcuni genitori provenienti dalle scuole primarie, che dovevano iscrivere i loro figli alla prima media e avevano dubbi sull’utilizzo degli iPad. Pensavano che l’uso degli iPad significasse l’abbandono di carta, penna e libri. Ho cercato di spiegare chiaramente che non è così: l’iPad non sostituisce, ma arricchisce. Quello che non utilizziamo più è il libro editoriale tradizionale, che personalmente considero una perdita marginale, dato che i libri di testo delle scuole italiane sono spesso molto costosi e di scarso valore. Preferiamo utilizzare contenuti digitali validi, selezionati in modo opportuno, che possono sostituire egregiamente i testi tradizionali.
La maggioranza dei genitori ha compreso e accettato questo approccio senza problemi. Vedendo l’esperienza dei propri figli nel tempo, hanno capito che non c’era nessun rischio di ‘schiavismo digitale’ o di una direzione unica nella metodologia di apprendimento. Abbiamo un’utenza convinta e, finora, le proposte innovative non hanno trovato particolari resistenze.”