Dispersione scolastica, dati e progetti per contrastarla

La dispersione scolastica è un fenomeno complesso, definito dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza (2022) come “la mancata, incompleta o irregolare fruizione dei servizi dell’istruzione e formazione da parte dei giovani in età scolare”. Si può presentare in diversi stadi del percorso scolastico e con una vasta pluralità di forme: l’abbandono, l’uscita precoce, l’assenteismo, la frequenza passiva, e l’accumulo di ritardi (Genzone, 2019). La dispersione scolastica ha un impatto significativo e deleterio sia a livello individuale che collettivo. Sul piano personale personale può costituire un notevole impedimento allo sviluppo delle competenze e all’accesso a opportunità educative e lavorative, limitando il potenziale di autorealizzazione e crescita di studenti e studentesse. Da una prospettiva sociale ed economica, la dispersione scolastica intacca il capitale umano di un paese, riducendo la creazione di capitale, arte e cultura. 

L’entità del fenomeno

I dati italiani riguardanti il fenomeno, riportati nella pubblicazione del Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) nel 2022, mostrano che il tasso di studenti e studentesse che hanno abbandonato la scuola nel passaggio tra la terza media e la prima superiore tra l’anno scolastico 2019/2020 e l’a.s. 2020/2021 è di 1,14%. Tuttavia, i dati esclusivamente numerici possono apparire freddi e astratti: l’1,14% potrebbe sembrare una percentuale irrisoria e trascurabile. Per dare concretezza al fenomeno, è possibile immaginare una scuola media con meno di 300 studenti, di cui 88 frequentanti la  terza media. Si pensi ora che di questi 88 un alunno o un’alunna non inizierà a frequentare le scuole superiori. Ora il dato sembra essere più concreto e la sua gravità può risultare “reale”. Per quanto riguarda studenti e studentesse delle scuole superiori, i dati dello stesso report indicano che circa uno o una su 93 ha abbandonato la scuola nell’anno scolastico 2019/2020, con un tasso di abbandono del 1.07%. 

Il report del MIM riporta inoltre che la differenza tra i tassi di abbandono di alunni di genere maschile e alunne di genere femminile nell’anno scolastico è modesta e non particolarmente significativa. Nella scuola secondaria di I grado, il tasso delle femmine è 0,45% e quello maschile dello 0,52%; nella scuola secondaria di II grado, sono rispettivamente 1,04% e 1,24%. Quanto alla distribuzione territoriale, le regioni insulari hanno un maggiore abbandono scolastico (0.58% alle medie e 1,46% alle superiori), mentre le regioni del Nord Est per le medie del centro per le superiori hanno un minore abbandono scolastico, rispettivamente 0.38% e 0,91%. Un fattore in cui emergono differenze più rilevanti tra i tassi di abbandono è la cittadinanza, infatti, alle medie, studenti e studentesse straniere riportano tassi di abbandono più elevati rispetto ai colleghi con cittadinanza italiana (rispettivamente 2,17% e 0,29%). Il trend è simile nelle scuole superiori, gli alunni e le alunne straniere hanno un tasso di abbandono del 3,58%, mentre alunni e alunne italiane dello 0,87%. 

L’abbandono scolastico è un fenomeno complesso e multidimensionale, influenzato da una vasta e variegata serie di fattori interconnessi tra loro che agiscono a livello individuale, familiare, comunitario, sociale, politico, ed economico. Come illustrato nel documento “La dispersione scolastica in Italia: un’analisi multifattoriale” rilasciato dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza (2022), tra le principali cause della dispersione scolastica figurano il maltrattamento, la negligenza, povertà economica ed educativa, svantaggi socioculturali e ambientali, difficoltà familiari, oltre che la vulnerabilità individuale del singolo alunno o alunna. 

La sfida rappresentata dalla dispersione scolastica coinvolge una molteplicità di attori: famiglie, scuole, istituzioni, insegnanti, e società. Per fronteggiarla in modo efficace è necessario creare e implementare progetti mirati all’agire su diversi livelli: creare un clima scolastico positivo e inclusivo, supportare i bisogni emotivi e psicologici di studenti, studentesse e delle loro famiglie, promuovere una cultura che pone al centro dei giovani l’educazione e la scuola, ripensare le pratiche e gli spazi educativi. 

Ci sono numerosi progetti di contrasto alla dispersione scolastica, di seguito ne verranno illustrati alcuni.

Il progetto di CASCO Learning 

IncluDigit, sviluppato da CASCO Learning e finanziato da Fondazione Cariparma, è un progetto rivolto a studenti e studentesse delle scuole secondarie di I e II grado a rischio di abbandono scolastico. L’intervento offre 92 ore di attività, suddivise in 12 incontri settimanali da 8 ore ciascuno, combinando due percorsi: uno incentrato su laboratori esperienziali STEAM e l’altro sull’acquisizione di un metodo di studio. Durante le ore mattutine, i ragazzi e le ragazze hanno sperimentato l’uso di tecnologie didattiche innovative, come laser cutter, plotter, stampante 3D, web radio, serra idroponica e cucitrice digitale. Nel corso di questi laboratori esperienziali, i e le partecipanti hanno l’occasione di imparare attivamente e in contesti differenti dalle aule scolastiche, in cui il “fare” diventa una metodologia chiave e innovativa per lo sviluppo di competenze tecniche e trasversali.  Il percorso pomeridiano è dedicato allo spazio compiti e all’apprendimento di un metodo di studio. Studenti e studentesse sono guidati, attraverso l’approccio metacognitivo, ad acquisire autonomia nello studio, per stimolare la ri-motivazione scolastica. Lo scopo è comprendere il funzionamento della mente quando deve apprendere e riconoscere la propria individualità. 

Si tratta di un’opportunità “fuori contesto” in cui apprendere e sperimentarsi, per riacquisire la fiducia nelle proprie capacità e nella ri-costruzione di un percorso scolastico solido e continuo. 

All’interno di InlcuDigit, per garantire un’efficacia maggiore e più duratura, sono compresi degli sportelli di ascolto dedicati ai genitori per supportarli. Il primo obiettivo è fornire loro informazioni scientifiche sul periodo di sviluppo che stanno vivendo i loro figli, aiutandoli a comprendere le sfide del periodo adolescenziale. Successivamente, i genitori vengono accompagnati nell’apprendimento di competenze relazionali ed emotive per la gestione funzionale dei momenti di difficoltà scolastica. Questo approccio teorico-pratico mira a far acquisire strategie educative efficaci per favorire il benessere scolastico dei figli e promuovere la loro autonomia. 

Altri progetti di contrasto alla dispersione scolastica

Un altro progetto è stato portato avanti dell’ISII Marconi di Piacenza grazie ai fondi del PNRR Scuola 4.0. Per contrastare la dispersione scolastica, sono state attivate una serie di iniziative volte a coinvolgere studenti, studentesse, insegnanti, ed educatori con lo scopo ultimo di promuovere un approccio integrato al percorso formativo. L’istituto ha avviato attività di mentoring e sostegno psicologico rivolto al personale scolastico, alunni, alunne e alle loro famiglie. “Accanto alle attività di mentoring – racconta la Dirigente scolastica Adriana Santoro – sono stati realizzati progetti di valorizzazione delle strumentazioni e di tipo scientifico che hanno consentito di favorire una dimensione di comunità all’interno della scuola”. La scuola, infatti, grazie ai fondi ricevuti, ha acquistato nuove strumentazioni per la creazione e l’innovazione di otto laboratori, ad esempio due cromatografi per le analisi chimiche, dieci microscopi digitali, due laboratori linguistici mobili che eliminano i rumori e rendono le lezioni immersive. Inoltre, il progetto “Podclass”, già nato durante il periodo Covid, è stato fatto rientrare tra i corsi per il contrasto all’abbandono scolastico. Il podcast è gestito quasi interamente da ragazzi e ragazze che, durante ore extracurriculari, vivono un’esperienza di autonomia e migliorano le proprie capacità linguistiche, comunicative e tecniche. 

Un altro esempio di programma a contrasto della dispersione scolastica è quello portato avanti dall’ICS Sperone-Pertini di Palermo, che un decennio fa registrava un tasso di dispersione del 27.3% mentre ora è sceso all’1%. La Dirigente scolastica Antonella Di Bartolo, gli e le insegnanti e tutto il personale scolastico hanno reagito al grave problema con la creazione di strategie integrate e mirate, spesso personalizzate proprio sul singolo alunno e alunna. La Dirigente ha affermato di essere anche andata a recuperare gli studenti a casa, o per strada. L’istituto, sfruttando i fondi europei, ha reso le proprie aule più sicure e funzionali acquistando nuovi arredi e nuove attrezzature, ha fatto partire corsi gratuiti di inglese, sport e teatro. L’idea alla base di tutto è stata di far ripartire la scuola con la collaborazione delle famiglie e dell’intero quartiere. Lo sforzo delle persone che hanno dato vita a questo progetto contro la dispersione scolastica era mirato a far capire alle persone l’importanza che l’educazione e la scuola hanno per bambini e bambine, già a partire dalla prima infanzia. La Dirigente ha rimarcato che le questioni da affrontare sono state molteplici: oltre la dispersione, come le problematiche legate alla droga, alla povertà sociale ed economica e all’assenza di servizi. Nel corso degli anni la scuola Sperone-Pertini è diventata un luogo di comunità non solo per studenti e personale scolastico, ma anche per le famiglie e tutti i cittadini. Infatti, ad esempio, sono stati offerti corsi per le persone, spesso madri e nonne di alunni e alunne, che non hanno mai iniziato o finito le scuole medie ed è stata data loro la possibilità di sostenere l’esame e ottenere la licenza. L’istituto e chi vi lavora continua a sforzarsi nel rendere la scuola un luogo accogliente e sicuro, in grado di fornire un presente e un futuro a studenti e studentesse e di offrire “strumenti di libertà”.

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