Come scrivere con l’intelligenza artificiale in modo non banale

Intervista a Marcello Scaravella e Leonardo Barbarini che hanno guidato un gruppo di ragazze e ragazzi nei laboratori di scrittura creativa con intelligenza artificiale.

l’intelligenza artificiale può creare libri? Come cambierà il nostro modo di scrivere? Su queste e altre domande si sono confrontati i giovani del progetto “social club in biblioteca”.

A novembre e dicembre scorsi, le biblioteche del Comune di Parma hanno ospitato una serie di eventi per conoscere social network e intelligenza artificiale.
Fra i tanti appuntamenti, sono stati organizzati laboratori dedicati alle scuole superiori, per promuovere la scrittura e la lettura, e sperimentare l’uso dell’intelligenza artificiale (AI) nella creazione di racconti.
A guidare i laboratori, per sei mattine, con tre classi di quarta superiore degli istituti Marconi, Melloni e IPSIA , sono stati due formatori di CASCO Learning: Marcello Scaravella, architetto e innovatore educativo, e Leonardo Barbarini, sviluppatore informatico ed esperto di realtà virtuale.

Cosa hanno fatto gli studenti?

Scaravella: Hanno studiato con noi come funziona l’intelligenza artificiale e poi hanno scritto una lettera a loro stessi nel futuro, immaginando come saranno nel 2050, utilizzando l’intelligenza artificiale. Già lì si sono viste le varie differenze in base ai prompt, ai comandi forniti: più gli studenti inserivano dettagli più la lettera risultava personalizzata. Senza dettagli, il contenuto sembrava sempre lo stesso. 

Barbarini: Abbiamo poi fatto loro leggere il racconto breve “La Lotteria” di Shirley Jackson ed insieme abbiamo pensato ad una “continuazione” del racconto o a una rivisitazione, scritta col supporto della AI generativa. 
Gli abbiamo chiesto di immaginare un “nuovo capitolo”.
Con la loro immaginazione ed il supporto del GPT hanno prodotto brani davvero notevoli e per nulla scontati.

Come usano l’AI i giovani in questo momento? Quali sono i limiti e le potenzialità?

Scaravella: credo che maggior parte studenti la usi male, per avere risposte brevi, e andare a completare attività scolastiche, che risultano noiose, di conseguenza per avere una scorciatoia. La riflessione è impersonale, viene usata male, mentre si possono ottenere ben altri risultati. 

Barbarini: Il limite maggiore dei GPT, è certamente il “cadere” in produzioni banali, se non ben affiancato con prompt efficaci. Altro grande limite, difficilmente aggirabile, sono i bias: i GPT si addestrano sui contenuti creati dall’essere umano e, volenti o nolenti, la maggioranza di questi contenuti sono stati prodotti, nella storia, da maschi occidentali.
Un GPT, se non meglio indirizzato con un prompt su misura, risponderà sempre interpretando un maschio bianco americano sulla quarantina..! Un buon uso dei prompt può far deviare questo comportamento “standard” e iniziare a dare risposte e creare contenuti in base ai nostri bisogni. Le potenzialità sono straordinarie, basta imparare a “parlare con la macchina” nel modo giusto.

In cosa può aiutare l’AI nel processo di scrittura?

Barbarini: la AI generativa come un GPT può essere un potente “aiutante” in fase di scrittura, dato che viene addestrata su tutto lo scibile umano. Dobbiamo immaginarla come un giovane assistente, che ha letto tutto ciò che l’uomo ha prodotto, ma che dà più importanza alle cose “che ha visto di più” (ricordiamo che un GPT viene addestrato con una mole di testo nell’ordine dei 100.000 GigaByte; per fare un confronto, l’intera enciclopedia Treccani contiene “solo” 10 GigaByte di informazione). Con dei buoni prompt possiamo “staccare” il GPT dal fornirci i contenuti più banali e fornirgli una visione di ciò che cerchiamo di ottenere; questo sia nel caso volessimo solo un’ispirazione per la nostra produzione che nel caso volessimo usare il GPT come vero e proprio ghost writer.

L’intelligenza artificiale potrà scrivere libri?

Scaravella: Tutto quello che sa oggi l’AI è quello che gli abbiamo dato in pasto, la sua creatività nasce dalla creatività umana, di conseguenza ci vorrà tempo prima che riesca a creare nuove storie, o a far ridere. Riesce a visualizzare molto bene quello che l’essere umano ha in testa e se addestrata, impara a riconoscere anche come scriviamo, replicando il nostro stile.

Cosa è piaciuto di più del laboratorio di scrittura creativa?

Scaravella: mi è piaciuto sicuramente molto vivere lo spazio della biblioteca, in un’epoca in cui siamo bombardati da notifiche, da parte dei social, il fatto di riuscire a prendersi del tempo per fermarsi un attimo, leggere, ascoltare gli altri che leggono, è speciale.
Credo che lo sia anche per gli studenti, di 17-18 anni: la maggior parte di loro non frequenta le biblioteche. Agli studenti è piaciuto molto l’utilizzo  degli strumenti di AI generativa, soprattutto dopo averne capito meglio le potenzialità. Anche la fase creativa di “riscrittura” de “La Lotteria” è stata molto ingaggiante: ci hanno messo del loro e si sono impegnati molto nel far venir fuori qualcosa di originale. Alla fine erano molto soddisfatti.

Barbarini: Mi è piaciuto molto vedere gli studenti stupirsi delle potenzialità dei GPT, in quanto molto di loro li conoscevano superficialmente, e magari li avevano anche usati, ma in modo superficiale, senza grande soddisfazione per le risposte ottenute.
Nei prossimi 5/10 anni questi studenti di 15 anni, abiteranno un mondo del lavoro in cui la AI sarà diventata lo strumento centrale di ogni professione. Vederli prendere consapevolezza sull’uso di questi strumenti è stato appagante e incoraggiante.


Il Progetto “social club in biblioteca” è realizzato da Biblioteche del Comune di Parma, Parma Città dei Giovani 2027 e LED Parma, in collaborazione con CASCO Learning, Ecole Cooperativa Sociale, Officina Arti Audiovisive, Centro Giovani Casa nel Parco e Libera Organizzazione Forme Teatrali, In collaborazione con Regione Emilia-Romagna.

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