Le neuroscienze utilizzano tecniche di neuroimaging (mappatura del funzionamento del cervello) che potrebbero fornire nuovi e assai potenti strumenti per influenzare le scelte economiche, commerciali, politiche, etiche e di comportamento delle persone. Tutto ciò ha pesanti conseguenze sia sulla concezione e sulla effettività del libero arbitrio che sulla vita sociale. Da qui la nascita di un nuovo filone di studi definito neuroetica.
La dizione Neuroetica identifica due diversi campi di studio:
- le neuroscienze dell’etica che si occupa di investigare dalla prospettiva del cervello alcune nozioni e alcuni problemi tradizionali della psicologia morale
- l’etica della neuroscienza che si occupa di discutere da un punto di vista etico la progettazione e l’esecuzione di uno studio neuroscientifico, di valutare l’impatto etico e sociale dei suoi risultati e di fornire delle valutazioni etiche delle neurotecnologie che ne derivano.
In ambito economico e di marketing gli studi sull’economia comportamentale hanno portato ad attribuire ben due premi Nobel per l’economia – Daniel Kahneman nel 2002 e Richard Thaler nel 2017 – vedi link https://economiapertutti.bancaditalia.it/informazioni-di-base/economia-comportamentale/
In ambito filosofico la studiosa Patricia Chuurchland è considerata la fondatrice della neurofilosofia, branca di studi cruciale rispetto alle innovazioni e ai problemi connesse con l’Intelligenza artificiale (link: https://www.treccani.it/enciclopedia/neurofilosofia_%28Enciclopedia-della-Scienza-e-della-Tecnica%29/ )
Bibliografia
A cura di Vittorio A. Sironi, Andrea Lavazza, Neuroetica. Interpretare e orientare la rivoluzione delle neuroscienze. Roma, Carocci 2022