Quante persone possono dire di essere o di essere stati studenti delle scuole medie o superiori motivati, che non hanno mai sofferto la noia nell’affrontare quotidianamente lezioni al mattino più compiti e studio al pomeriggio?
Quasi tutti gli adulti, dopo cinque anni di università o dieci anni di lavoro, hanno affrontato routine, difficoltà e noie ben più grandi di quelle sopportate a scuola e questo fa sembrare molto meno impegnativo tutto ciò che si affronta nel periodo scolastico. È però importante ricordare che in alcuni momenti la quotidianità scolastica può essere veramente noiosa per alcuni o ansiogena e frustrante per altri.
La grande maggioranza delle persone viene o è stata motivata da un obiettivo a lungo termine: diploma, crescita personale, possibilità lavorative, ecc. Tale obiettivo però, proprio perché è a lungo termine, ha bisogno di essere diviso in tappe più brevi: promozione, esame, verifica, ecc. Questo aiuta in parte gli studenti a motivarsi e vincere la noia e la routine, ma non funziona sempre.
Come fare allora con chi fatica a motivarsi?
Innanzitutto ricordiamoci da cosa deriva la motivazione. Essa dipende da due fattori fondamentali: la consapevolezza di poter raggiungere l’obiettivo (di studio) e il valore che attribuisco all’obiettivo (di studio).
Se uno dei due vacilla, il rischio di perdere la motivazione è alto.
Ma esistono strategie che si possono utilizzare per non incorrere nella noia o nella demotivazione?
La risposta ovviamente è sì. Non è però una risposta lineare, uguale per tutti gli studenti. Studenti diversi, caratteristiche diverse, strategie diverse.
Si può andare ad agire su diversi aspetti: organizzazione, ambiente, gratificazioni, variazioni.
L’organizzazione è fondamentale, sapere quanto tempo si dovrà dedicare, durante i giorni della settimana, aiuta a non cadere nella frustrazione del “Chissà quanto mi ci vorrà! Meglio non iniziare neanche!”. Capire anche da quale materia è meglio partire aiuta a darsi il via: meglio partire da quelle facili? Da quelle che odio così me le tolgo? O quelle che mi piacciono, così parto e poi per inerzia faccio anche le altre? La risposta è diversa per ognuno, e la cosa importante è capire come funzioniamo, per poter attivare la tecnica giusta. Come facciamo a capire qual è la strategia migliore per noi? Provandole!
Nell’organizzazione rientra anche darsi una routine e un’abitudine: ricordiamo che l’abitudine è ciò che ci spinge a fare tante cose, anche quelle che ci piacciono meno.
Quando si parla di organizzazione ovviamente si parla anche di pause: fondamentali per tenere alta l’attenzione! Cosa fare nelle pause? Qualcosa che ci aiuti davvero a staccare! Quindi no cellulare con video o messaggi che assorbono risorse cognitive ed emotive…oltre che un sacco di tempo!
L’ambiente è un altro aspetto fondamentale. Ognuno di noi è ispirato maggiormente da un ambiente e un contesto. Importante è quindi imparare a capirsi per capire ciò che è meglio per noi!
Tornando al discorso degli obiettivi a breve termine, ricordiamoci che la motivazione può essere intrinseca (e dipendere da noi stessi) o estrinseca (e dipendere da una gratificazione esterna). Per i compiti più noiosi, difficili o demotivanti una ricompensa esterna può aiutare a tollerare le frustrazioni varie. Un classico esempio è il genitore che concede una serata film o più tempo al cellulare per una giornata di studio intenso, o che organizza una giornata speciale per una serie di buoni voti. Ma la ricompensa potrebbe essere ancora più immediata, come una merenda particolarmente buona nella pausa studio o simili.
Anche utilizzare app che alleggeriscono lo studio e lo rendono più giocoso, soprattutto nel ripasso mnemonico, aiutano molto.
Altra strategia è quella di organizzare momenti di studio con gli amici per rendere l’attività più interattiva e più tollerabile emotivamente.
Insomma, le strategie possono essere davvero varie, qui ne abbiamo viste alcune. Il vero trucco è imparare a capirsi per capire come trovare i trucchetti per motivarci!