L’inizio dell’anno scolastico 25-26 non riguarda soltanto bambini e bambine, ragazzi e ragazze che si apprestano ad affrontare con i docenti le fatiche e gli impegni, ma coinvolge anche un numero, sicuramente minore in termini quantitativi ma non in quelli valoriali, di apprendenti. Sono coloro che, adulti e adulte italiani e stranieri, frequenteranno i corsi dei CPIA, Centri Permanenti per l’Istruzione degli Adulti, e le scuole serali di secondo livello. Si tratta di numeri in crescita in base al monitoraggio dell’associazione RIDAP (Rete Italiana Istruzione degli adulti), distribuiti nelle circa 130 sedi dei CPIA presenti in tutta Italia.
Uno sguardo alla storia recente dell’istruzione per gli adulti in Italia ci racconta che si tratta di un importante segmento del panorama educativo, che secondo i provvedimenti normativi degli ultimi dieci anni, si configura oggi come un luogo di apprendimento su cui vale la pena accendere la luce.
Il 31 agosto 2015 cessarono di funzionare i Centri Territoriali Permanenti (CTP) e i corsi serali, e furono istituiti i CPIA, con l’adozione delle Linee guida per il passaggio al nuovo ordinamento. Nel 2013/2014 anche i corsi serali dell’istruzione tecnica, dell’istruzione professionale e dei licei artistici, l’altro segmento di istruzione per gli adulti in Italia, furono coinvolti per adeguare l’ordinamento e il funzionamento al nuovo sistema (https://www.mim.gov.it/istruzione-degli-adulti).
Si trattò nel 2015 di prendere una decisione importante per superare il drammatico dislivello tra l’Italia e gli altri 27 Paesi europei, per dare una risposta nel settore dell’apprendimento permanente. Secondo i dati della prima indagine internazionale PIAAC – Programme for the international assessment of adult competencies del 2012, che segnalava i livelli di istruzione nella fascia 16-65enni, infatti l’Italia si trovava al di sotto della media OCSE per quanto riguarda il conseguimento di un titolo di studio inferiore al diploma (27%, contro il 54% OCSE), il possesso di un diploma (media OCSE 43%, Italia 34%) e il raggiungimento di un titolo post diploma (12% in Italia, 29% OCSE).
Se si pensa che allora i CPIA erano poco più di 70, fa riflettere che ad inizio di anno scolastico 2025 -26 superano i 140.
I tratti distintivi dell’istruzione degli adulti in Italia
Per comprendere meglio la scuola per gli adulti, primo e secondo livello, occorre partire dal target a cui si rivolgono. Si tratta principalmente di
- coloro che hanno abbandonato precocemente gli studi in gioventù e cercano un’occasione per migliorare la propria posizione lavorativa con un diploma iscrivendosi ai corsi tecnici o artistici di secondo livello;
- coloro che provengono dal contesto migratorio e pur avendo già conseguito titoli di studio nei Paesi di origine necessitano di acquisire la licenza media in Italia presso i CPIA per proseguire poi con il secondo livello o pur avendo un diploma o una qualifica in altri Paesi questi non vengono riconosciuti in Italia;
- coloro che per disturbi dell’apprendimento non certificati o per scelte poco idonee nei corsi diurni o ancora per problematiche relazionali (spesso e soprattutto con i docenti) abbandonano i corsi diurni e si trasferiscono al secondo livello (scuola serale), talvolta indicati i “drop outs” del diurno;
- coloro che si iscrivono ai CPIA perché intendono conseguire la certificazione B1 in italiano L2 per la cittadinanza o chi appena arrivato da altri Paesi necessita di corsi per imparare l’italiano;
- coloro che hanno bisogno di potenziare le competenze informatiche e si iscrivono ai corsi dei CPIA per questo settore specifico, per potenziare quindi le proprie competenze.
Organizzazione modulare, FAD, UDA
Senza scendere nel dettaglio dell’organizzazione didattica dell’offerta formativa per gli adulti, proviamo però a dare uno sguardo ad un sistema articolato, funzionale e funzionante, che si sviluppa principalmente in base alle esigenze degli apprendenti adulti.
- CPIA
I percorsi di istruzione di primo livello sono articolati in due periodi didattici (https://www.mim.gov.it/istruzione-per-gli-adulti-centri-provinciali-per-l-istruzione-degli-adulti): il primo è finalizzato al conseguimento del titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione, con un orario complessivo di 400 ore; il secondo ha un orario pari al 70 per cento di quello previsto dai corrispondenti ordinamenti del primo biennio degli istituti tecnici o professionali per l’area di istruzione generale, per l’acquisizione della certificazione delle competenze di base connesse all’obbligo di istruzione di cui al DM 139/2007.
- Percorsi di istruzione di secondo livello
Sono finalizzati al conseguimento del diploma di istruzione tecnica, professionale e artistica e sono articolati in tre periodi didattici. Il primo per l’acquisizione della certificazione per l’ammissione al secondo biennio dei percorsi degli istituti tecnici o professionali, il secondo finalizzato all’acquisizione della certificazione necessaria per l’ammissione all’ultimo anno dei degli istituti tecnici o professionali, infine il terzo per l’acquisizione del diploma di istruzione tecnica o professionale.
La didattica è modulare e ciascuna scuola gestisce in base ai numeri di iscritti, alle risorse umane presenti e agli insegnamenti l’orario di entrata e uscita, che variano dalle 16,30 alle 23, con frequenza dal lunedì al venerdì.
La personalizzazione degli apprendimenti e degli obiettivi è centrale in tutti e due i livelli dei percorsi per gli adulti e avviene mediante un processo dicertificazione delle competenze che prende il nome di riconoscimento dei crediti, e che fa parte del Patto formativo, che si stipula con ciascun iscritto.
- La FAD
La Fruizione a Distanza è una modalità diffusa nell’ambito dei corsi per l’istruzione degli adulti e favorisce la personalizzazione degli interventi formativi, oltre a contribuire allo sviluppo delle competenza digitali. In prospettiva si sta valutando la possibilità di aumentare le ore di FAD, a favore di una maggiore flessibilità per rendere maggiormente accessibile l’ingresso degli adulti nei corsi di primo e secondo livello.
L’educazione degli adulti: uno sguardo alla pedagogia
Sul fronte pedagogico esistono numerosi riferimenti, a partire dal pionieristico volume dello statunitense Eduard C. Lindeman, che nel 1926, quasi un secolo fa, scrisse “The meaning of adult education” al contemporaneo Malcom S. Knowles, che nel 1980 pubblicò “From pedagogy to andragogy” , all’italiano Duccio Demetrio che nel 2003 ha pubblicato il volume “Manuale di educazione degli adulti” , passando attraverso documenti internazionali come “Recommendation on the development of adult education” del 1976, pubblicato dall’Unesco dopo la conferenza di Nairobi.
Segnaliamo in Italia la già citata rete RIDAP, che non solo fa da cassa di risonanza per tutte le iniziative legate all’istruzione degli adulti, ma contribuisce anche alla diffusione di buone pratiche e iniziative che promuovono la conoscenza delle scuole per l’istruzione degli adulti con l’annuale manifestazione FIERIDA, il principale evento italiano dedicato all’Istruzione degli adulti, che vuole favorire la discussione sulle tematiche dell’Istruzione degli Adulti nell’ambito dell’Apprendimento Permanente, coinvolgendo decisori politici, amministrazioni centrali, regioni, enti locali, università, centri di ricerca, terzo settore e parti sociali.