Perché dormire serve a studiare?

La credenza secondo cui studiare tutta la notte, o buona parte di essa, prima di un esame o di una verifica sia una strategia efficace per ricordarsi più informazioni e prendere un voto più alto è molto diffusa tra studenti e studentesse. In effetti potrebbe sembrare una soluzione logica per guadagnare qualche ora di studio, tuttavia la scienza ci dice il contrario: sacrificare il sonno non è un guadagno, ma un errore molto comune. Il sonno, infatti, è una componente fondamentale dei processi di apprendimento e consolidamento mnemonico.

Il sonno

Il sonno è uno stato comportamentale reversibile, caratterizzato da una riduzione della responsività agli stimoli ambientali e da un insieme di processi fisiologici e comportamentali (Carskadon & Dement, 2005). 

Il ciclo del sonno dura 90 minuti ed ha quattro fasi principali: 

  1. Lo stadio 1 è la fase di dormiveglia che precede il sonno profondo, in cui si ha un rallentamento del battito cardiaco, della respirazione e un rilassamento muscolare.
  2.  Lo stadio 2 è caratterizzato da un sonno non disturbato da stimoli deboli. 
  3. Nello stadio 3, il sonno diventa profondo e l’attività cardiaca e respiratoria raggiungono livelli minimi. 
  4. Lo stadio 4 è una fase di sonno REM (Rapid Eye Movement), in cui l’attività cerebrale è simile a quella della veglia e sono presenti rapidi movimenti oculari. 

Il consolidamento delle informazioni

Contrariamente all’idea secondo cui il cervello si “spenga” durante la notte, il sonno rappresenta un periodo di intensa attività neuronale. Una delle sue funzioni più note nel processo di apprendimento è il consolidamento della memoria: il processo attraverso cui le informazioni apprese durante il giorno vengono depositate e integrate in memoria a lungo termine. Studi recenti, hanno avanzato l’idea che, durante il sonno, il cervello non si limita ad immagazzinare passivamente le informazioni raccolte, ma svolge prima un’attività di selezione: rivisita le memorie recenti e decide quali mantenere e quali scartare. Una volta selezionate le informazioni da conservare, il cervello avvia un processo di “riattivazione”. Le reti sinaptiche coinvolte nell’acquisizione di nuove conoscenze vengono “riattivate”, stimolando l’attività cerebrale. Questo meccanismo non solo rinforza le connessioni sinaptiche esistenti, ma favorisce l’integrazione delle nuove informazioni con quelle già presenti nella memoria a lungo termine. 

Se si verifica una deprivazione di sonno significativa, la capacità di acquisire nuove informazioni può subire un calo fino al 40%. 

Preparazione all’Apprendimento

Dormire non è fondamentale solamente per consolidare ciò che è stato studiato, ma ha un ruolo anche nel preparare il cervello ad apprendere. Il sonno, se qualitativamente e quantitativamente adeguato, permette alle aree anteriori del cervello di “riposare”. Queste regioni sono essenziali durante la veglia per l’attività delle funzioni esecutive, come l’attenzione, la pianificazione, la presa di decisioni e la capacità di creare associazioni tra eventi e informazioni. 

La mancanza di sonno compromette anche le funzioni esecutive, in particolare causa difficoltà di concentrazione e nel mantenimento dell’attenzione, funzioni essenziali per l’apprendimento e per lo studio. 

Inoltre, il sonno è un regolatore dello stress, perché inibisce la produzione del cortisolo, l’ormone dello stress. Quando non si dorme a sufficienza, i livelli di cortisolo rimangono elevati e interagiscono negativamente con l’amigdala, l’area del cervello coinvolta nella regolazione delle emozioni. Poichè, come dimostra la ricerca, le emozioni intense possono interferire coi ricordi recenti, l’effetto inibitorio del sonno sul cortisolo ha un effetto indiretto ma significativo sulla memoria. 

Infine, la privazione cronica del sonno è associata a irritabilità, sbalzi di umore e difficoltà nella gestione dello stress, tutte condizioni che possono influire negativamente sulle capacità di apprendimento degli studenti. 

Alla luce delle evidenze scientifiche, studiare a lungo sacrificando il riposo può dare l’illusione di produttività, ma in realtà compromette la memoria, l’attenzione, la pianificazione e la regolazione emotiva: tutte funzioni fondamentali per l’apprendimento. Dormire bene significa permettere al cervello di selezionare, consolidare e organizzare le informazioni, ma anche di essere pronto alle sfide cognitive che verranno. 

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